FEDERICO ZERI
Presenta la mostra
" DISEGNO E FOLLIA "
Fortunato Duranti...1787-1862
Ogni
volta che mi trovo di fronte a un disegno di Fortunato Duranti, non dico i
quadri, perché i quadri li trovo piuttosto bruttini, cioè non riusciti, a
mio avviso questi non sono disegni fatti per opere d'arte, è un diario, è
una sorta di diario ininterrotto, lunghissimo e questo spiega la quantità
di produzione assolutamente prodigiosa. Venendo
qui ho appreso che ce n'è un altro pacco che è in parte esposto, poi ce ne
sono centinaia ancora in giro sconosciuti. Secondo me, questi non sono disegni
di un'artista il quale li faceva per tradurli in pittura, è una specie di
diario di una persona molto colta, molto figlia del suo tempo e molto tormentata,
che riesce ad esprimersi in modi del tutto inconsueto, perché è provvista
di un grano o di più grani totale di follia, ma una follia in che senso: io
una volta mi sono divertito, cioè ho passato molto tempo cercando di individuare
le fonti compositive di questi disegni, e bé, quasi mai si trovano, è perfettamente
inutile cercarle, è vano. Però ci sono sempre delle allusioni, sempre dei
rimandi che vanno verso opere d'arte pittoresche dalla fine del Quattro ai
primi del Cinquecento, fino al Settecento inoltrato. E' singolare che questo
avvenga, questa specie di, possiamo dire, di tormentata revisione dell'arte
del passato da parte di uno che vive in quel singolarissimo periodo storico
dell'Italia che va dal crollo dell'Ancien Regime fino all'Unità d'Italia (questi
sono gli archi di tempo in cui vive il Duranti) cioè, lui nasce ancora sotto
l'Ancien Regime, cioè quella società feudale agraria sotto tutela della Chiesa
cattolica che viene poi sconvolta dall'arrivo dei Giacobini e della Rivoluzione
Francese e muore poi quando si è già compiuto
(io adesso non posso dire tutto quello che penso sull'Unità italiana sennò
verrei arrestato), quando questo processo, diciamo unitario, è in gran parte
compiuto meno Roma, quando ancora Roma è pontificia e questo mi sembra proprio
il tormento più preciso di ciò che bolliva in quel tempo nella mente di una
persona che sentiva, che li sentiva molto acutamente quali erano i problemi,
cioè abbiamo da una parte appunto il ricordo dell'arte del passato, questa
specie di stratificazione che viene continuamente rimossa, viene avvitata,
per cui frammenti, schegge di Michelangelo, di Raffaello, di Carracci, persino
Tiepolo in certi casi vengono a galla, si ricompongono dall'altra, c'è indubbiamente
un aggancio con le società segrete. Tutti quanti, di volta in volta coloro
che si occupano del Duranti dicono "….Si, c'è dentro la Carboneria, c'è dentro
la Massoneria….", poi "….No, non è vero…." io invece credo che sia più che
vero. Io sono convinto che il giorno in cui si scoprisse qualche cosa sulla
vita privata del Duranti….. Si, ma lui apparteneva, o ad una loggia massonica,
o addirittura alla Carboneria, è senza dubbio questo. Poi, d'altra parte,
c'è una specie di oscillazione fra quella che è la vecchia cultura cattolica
del paese e una cultura laica, la quale non riesce però ad esprimersi compiutamente
un specie ….bé, quello che poi successe in Italia, l'Italia si forma sotto
un'insegna laica per poi finire sotto i preti.
Diciamo che la verità è così purtroppo, anche per la retorica, per colpa della
retorica italiana; il grande vizio di questo paese, cioè questo vedere le
cose in un primo momento per quello che sono e poi mascherarle sotto paludamenti
che derivano dall'antichità classica e mi sembra che questo sia un po' anche
il vizio del Duranti, che qualche volta vede le cose con una modernità prodigiosa,
poi dopo ricomincia ad arrivare la cappa di piombo che gli deriva dai bassorilievi
romani, da Raffaello, da Michelangelo o dal Parmigianino cioè questa specie,
poi c'è una strana oscillazione fra dei tempi elitari, cioè dei temi di un'arte
aristocratica, ed invece degli accenni ad un genere di pittura che tenga presente
anche di quella che è la maggioranza del paese questo è: noi continuiamo a
studiare un'arte italiana la quale è stata sempre il patrimonio e l'interesse
di, una piccola elìte che era si e no il 5% in un paese che per il 95% era
analfabeta e che si esprimeva soprattutto attraverso un genere che oggi poi
è stato vilipeso, maltrattato, ridicolizzato minimizzato gli ex-voto, questa
è la verità. Qui bisogna vedere in faccia le cose, lui ha sempre questa oscillazione,
è uno che intuisce questi momenti, sente che c'è qualche cosa che sta bollendo
nel fondo, sente, cioè, secondo me, quello che poi è accaduto. In Italia succede
sempre un fatto tipico: tutti i movimenti politici cominciano di estrema sinistra
per poi finire nell'estrema destra. Duranti, quand'era ragazzo, forse non
ha nemmeno sentito parlare di quello che è stato il caso di Milano. A Milano
i moti di piazza sono giacobini e popolari, però il primo consiglio comunale
giacobino è tutto fatto di conti e di marchesi. La carboneria incomincia come
un fatto liberatorio, ma poi accade quello che si sente e si legge in un romanzo
di Verga quando il nobile siciliano incontra l'amico e gli dice "Ma come ti
sei fatto carbonaro pure te!" e la risposta è "Bé, che volevi che ci fossero
tra i carbonari soltanto i contadini e i poveri?". Poi abbiamo il caso di
Garibaldi, si sbarca per liberare la Sicilia e si finisce con le fucilazioni,
e poi il Fascismo, programma sansepolcrista del '19 è estremamente più alla
sinistra di quello che non fosse il programma stesso di Lenin, poi finiamo
subito con il Concordato ecc. ecc.
Poi non parliamo della storia contemporanea altrimenti anche qui, rischierei
l'arresto per vilipendio; ma mi sembra che nel Duranti, io almeno la leggo
in questo modo, c'è sempre questa specie di liberazione,un tentativo di rigetto
dei vecchi canoni e poi invece la vecchia formula che prende il sopravvento.
Poi c'è un fatto per me inequivocabile, adesso comunque, si giudichi il Duranti
in rapporto alla società del suo tempo, alla storia del suo tempo, c'e un
fatto inequivocabile: quest'uomo è il vero rappresentante dello Sturm und
Frange italiano, del primo Romanticismo italiano, cioè ha delle forme apparentemente
classicheggianti, direi quasi neo-classiche, mente poi si sente dietro una
specie di ventata di follia che è quella, per esempio, dello svizzero Feussli
quando va in Inghilterra …… Ecco, io lo metterei insieme, insieme in quella
di certi romantici tedeschi, io lo metterei in questa compagnia, ma addirittura
in certi disegni di Duranti io trovo uno strano parallelismo, una strana affinità
elettiva, io non voglio dire che si siano mai conosciuti (forse Duranti non
ha mai nemmeno sentito parlare che esistesse) con Goja, ci sono delle curiose
…… ci sono persino dei motivi che si ritrovano in certi disegnatori stranieri
presenti in Italia, per esempio il polacco Taddeo Kunz, io lo dico perché
ho otto, nove fogli d'album di Kunz che sono estremamente simili a certi disegni
del Duranti, quindi, vedete che è veramente un artista del suo tempo. Questo
è un grande, non dico un grande pittore, è un gran disegnatore, ma è soprattutto
un caso politico, umano, sociale, e artistico da studiare fino in fondo. Io
mi rammarico che non ci sia nessuno che abbia preso in mano il Duranti, che
poi finirà proprio con l'essere studiato dal giovane americano il quale ha
avuto la borsa di studio dalla fondazione Pinco Pallino e che poi viene in
Italia e tutti gli aprono le porte, gli danno le fotografie ecc. ecc. Qui
bisognerebbe che qualcuno del luogo si decidesse una buona volta a studiare
questo pittore, intanto facendo la raccolta completa di disegni, che sono
migliaia, poi studiando quest'incredibile diario di cui ho appreso l'esistenza
oggi,
questa è una cosa sorprendente, questo diario credo che potrebbe essere anche
studiato dal punto di vista medico, freudiano si dice, bisognerebbe trovare
lo psicanalista, oppure può essere pure che tutto quanto il Duranti vada risolto
in chiave psicanalitica, chi lo sa. Forse ha avuto anche lui una mamma che
lo ha oppresso, una mamma italiana, oppure ha avuto dei problemi di sesso.
Generalmente oggi va di moda, si era inibito e allora si sfogava facendo queste
immagini. Io trovo questa manifestazione di interesse eccezionale, a me il
Duranti sempre ha affascinato e impaurito ogni tanto si … so … no … ecco,
non terrei un disegno del Duranti in camera da letto, no, non lo terrei mai,
lo terrei fra le cose più segrete da andare a vedere in momenti particolarmente
intensi, perché è veramente qualche cosa, sempre un'esperienza nuova. Lei
queste fotografie me le aveva già date, bé adesso che le rivedo rimango sconcertato,
a parte poi l'abilità. E' il diario, possiamo pure chiamarlo il diario di
uno schizofrenico, di un dissociato, ma resta sempre un documento umano e
artistico di interesse unico, molto superiore a quanto fino a oggi non si
sia creduto. Con questo io credo di aver finito, più di così io cosa vi devo
dire.
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© romolo eusebi - Fano, 1988